AMON sezione
sommergibili
testi,
foto, progetto e realizzazione di
Paolo Saccenti
12 dicembre 2005
per prelevare il file:
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PROGETTO 877 GRANAY
DESIGNAZIONE
NATO CLASSE “KILO”
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Nel 1979, nel Rubin
Central Maritime Bureau, a San Pietroburgo, fu iniziato il progetto di
un sommergibile SSK (sommergibile anti sommergibile) destinato alla
protezione delle basi e delle istallazioni costiere. Il sommergibile
adatto a questo scopo doveva essere piccolo, veloce e molto silenzioso.
Per la propulsione fu scelto il sistema diesel elettrico che garantiva
livelli di rumorosità molto inferiori agli apparati nucleari disponibili
a quel tempo ed una forma dello scafo a goccia che consentiva di avere
buone prestazioni velocistiche e discreta autonomia. Al tipo 877
seguirono i tipi 636 e 877 EKM negli anni 90 e fino a tutt’oggi, con
caratteristiche ancora migliorate in termini di silenziosità e
prestazioni nautiche. Il Kilo, nelle sue varianti, è ritenuto uno dei
migliori sommergibili convenzionali del mondo, e questo è avvalorato dal
notevole successo commerciale nei paesi asiatici e dell’ex blocco
sovietico. Ne sono infatti venduti dieci alla marina Indiana otto alla
Cina , oltre che all’ Iran, all’Algeria, alla Polonia a alla Romania. I
battelli classe Kilo sono stati costruiti nei cantieri di Komosomolsk e
di Nizhny Novgorod. Attualmente vengono costruiti nei Cantieri
dell'Ammiragliato di San Pietroburgo.
Le caratteristiche del
tipo 877 sono le seguenti:
dislocamento in
superficie 2.300
ton
velocità in superficie
12 nodi
velocità in
immersione
25 nodi
lunghezza
72 m
baglio massimo
9,9 m
altezza
6,6m
massima profondità
operativa 300 m
propulsione
2x1350 kW diesel generatori, 1x 5.500 Hp
propulsione elettrica
equipaggio 52 membri
Armamento:
6 tubi lanciasiluri per
18 siluri calibro 533 mm o 24 mine
missili SA-N-8 Strela o
8 SA-N-10 Gimlet
Sistemi :
sonar attivo/passivo
MGK-400 Rubikon
radar MRK-50
IL MODELLO SCALA 1:144 LUNGHEZZA 530 mm
Il modello radiocomandato è stato realizzato
utilizzando come base di partenza il kit statico della Trumpeter. La
forma a goccia dello scafo ha consentito di utilizzare a pieno lo spazio
interno munendo il modello di una cassa allagabile e di una pompa di
immersione. Lo scafo a tenuta è stato realizzato con un tubo da grondaia
di PVC, tornito fino al diametro di 60,5 mm per entrare nello scafo del
kit. Le sezioni poppiera e prodiera sono state ricavate da un tondo
pieno, sempre di PVC, lavorate su spina al tornio. Sul fondo di prua è
stato inserito, in un foro eccentrico, un tronchetto di tubo, da
idraulica diametro 32 mm, chiuso con un tappo, sempre ricavato da tondo
di PVC. All’interno si trovano i componenti elettronici ed il sistema di
immersione statico, ricavato da uno spezzone di camera d’aria di
ciclomotore. La camera è chiusa ad una estremità con il mastice auto
vulcanizzante usato per le toppe ed all’altra estremità incollato con il
Bostik su un semitondo di PVC in cui è inserito il tubetto di carico.
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Comandi
4 canali
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Timone di direzione
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Timoni di profondità anteriore e posteriore
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Pompa di immersione/emersione
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Regolatore / invertitore di velocità
Elenco componenti:
N° 2 microservi Graupner
C-1041 per i timoni di direzione e profondità
N° 1
switcher Robbe cod: 8319
N° 1 regolatore di velocità
Graupner Micro 10
N° 1 pompa ad ingranaggi Robbe p.n. 1563
N° 1 ricevente Hitec a 4
canali
N° 1 motore Robbe Navy 380
con riduttore 1:3
N° 5 batterie al Ni-Cd da
900 mA/h
N°1
modulo fail safe Conrad CMS 0225 304
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Descrizione della
costruzione:
Lo scafo della scatola di montaggio è diviso secondo
un piano orizzontale da prua a poppa. La parte inferiore è in due metà,
divisa secondo un piano verticale.
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Ho segato la parte superiore
poppiera e successivamente, dopo aver incollato il resto ho segato la parte
prodiera come mostrato nella foto.
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I componenti interni sono montati su una basetta di
plastica (stirene) spessore 2 mm, rinforzati da due angolari di alluminio
con sezione ad “L” imbullonati alla basetta. Gli angolari sono stati
ricavati da un profilato ad “U”, segato longitudinalmente a metà. Nella
parte inferiore della basetta sono montate le batterie, la pompa di
immersione, il variatore di velocità, la ricevente ed il motore di
propulsione. Il motore è collegato all’asse dell’elica tramite una coppia
di ingranaggi con rapporto di trasmissione 1:3, per ottenere una velocità di
rotazione dell’elica di circa 1500 RPM, alla massima velocità del battello.
Sulla parte superiore della
basetta sono montati i due servi dei timoni di profondità e di direzione che
comandano le aste che escono dalla scafo. L’impermeabilità è assicurata da
delle tenute a grasso. A tale proposito si veda la descrizione nella sezione
tecnica del nostro sito.
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Da notare le molle inserite nei
tubi di silicone che collegano la pompa alla camera di immersione ed alla
presa a mare. Lo scopo delle molle è di evitare che i tubi si schiaccino
quando si inserisce la basetta nel cilindro arancione. Il comando della
pompa di immersione avviene tramite uno switcher Robbe cod. 8319. Tra lo
switcher e la ricevente è interposto il modulo fail safe che, in mancanza di
segnale, comanda a scarico la pompa di immersione.
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Il sistema di accensione e
spegnimento del battello è realizzato con un circuito azionato da una
calamita. A tale proposito si veda, sempre nella sezione tecnica del nostro
sito, la descrizione. Accostando la calamita al lato destro dello scafo si
alimentano gli apparati, mentre accostando la calamita dalla parte opposta
si spegne tutto. I due reed sono collegato ad un relais DPDT che a sua volta
è collegato in cascata ad un secondo ralais che alimenta la ricevente ed il
regolatore di velocità. La pompa di immersione è collegata direttamente alle
batterie, tramite i due relais, senza passare dal sistema di accensione.
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I comandi dei timoni sono
realizzati con delle aste, azionate dai servi, che escono da poppa. Il
comando del timone di direzione è stato realizzato con un’asta a forma di
zeta, collegata ad una squadretta solidale con l’asse del timone. Il comando
dei timoni di profondità, realizzato con un solo servo, ha richiesto un po’
più di immaginazione. All’asta che esce dallo scafo sono infatti collegati
i due rinvii che muovono i timoni di prua e di poppa. Il collegamento ai
timoni di poppa è analogo al quello con il timone di direzione, mentre il
collegamento con quelli di prua passa attraverso una leva che ha lo scopo di
invertire il moto, vedi foto. I timoni di profondità devono infatti essere
ambedue a scendere o a salire, cioè non essere “paralleli”, per consentire
al battello di immergersi dinamicamente.
L’asse dell’elica è stato
fatto utilizzando un elettrodo da saldatura diametro 4 mm, opportunamente
“svestito”di inox 316. L’astuccio dell’asse è un tubo di ottone con saldati
alle estremità due tubetti di diametro inferiore che fanno da cuscinetti. A
tale proposito si veda l’articolo sulle tenute , sempre nella sezione
tecnica del nostro sito. L’elica è una Raboesh a sei pale a sciabola di
diametro e passo 40 mm . Il diametro è sproporzionato rispetto alla scala
del modello, ma per immergersi dinamicamente occorre una notevole spinta, a
maggior riprova che un modello non può essere totalmente in scala con
l’originale.
Navigazione:
Far navigare il modello non è stato facile. Purtroppo
l’intenzione di realizzare l’immersione statica mi ha fatto sfruttare tutto
lo spazio disponibile dentro lo scafo esterno, lasciando così poco volume a
disposizione per le zavorre ed i galleggianti di compensazione. Il battello
inizialmente si immergeva troppo e quindi ho dovuto sfruttare tutti gli
anfratti per inserire dei pezzetti di polistirolo per compensare la zavorra.
La zavorra del resto non può essere ridotta drasticamente, altrimenti la
stabilità trasversale non è sufficiente a compensare la coppia di reazione
dell’elica e delle masse rotanti. Dopo parecchie prove, alfine sono riuscito
ad avere un assetto soddisfacente, ma mi piacerebbe che la linea di
galleggiamento fosse più bassa. Il battello si immerge bene dinamicamente, e
staticamente basta imbarcare poca acqua per vederlo scendere. Altro problema
in uno scafo così piccolo è l’elasticità della camera di immersione e la
compressione interna dell’aria quando si imbarca l’acqua di zavorra. Infatti
dopo la prima immersione, in cui un po’ d’aria fuoriesce dalle tenute, la
camera vuota tende piano piano a imbarcare un po’ d’acqua anche a pompa
ferma, facendo appoppare il battello. Bisogna quindi di tanto in tanto
comandare la pompa a scarico. Tutta colpa della difficoltà di fare una
valvola di intercettazione sufficientemente piccola, che strozzi il tubo di
carico/scarico quando la pompa non è azionata. Questo è un messaggio agli
amici modellisti !
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Qui sotto il Kilo in
navigazione :
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Ecco
infine il Kilo nella sua custodia per il trasporto, che io consiglio sempre,
per evitare danni.
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